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Briciole di Parola… da condividere - I Domenica di Quaresima (Anno A)
“Il valore di una persona risiede in ciò che è capace di dare e non in ciò che è capace di prendere” (A. Einstein)
Rettore
In primo piano
Fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo.
Come ogni anno, anche stavolta, all’inizio della Quaresima, viviamo l’esperienza di docilità allo Spirito, ci lasciamo guidare, condurre da lui… nel deserto…
Il
deserto
: luogo di solitudine, di silenzio. Luogo in cui siamo posti di fronte alle “voci di dentro” da cui fuggiamo ogni giorno, perché ci pongono domande scomode, insinuano dubbi che vanno a intaccare il senso stesso delle nostre attività, anzi vanno a raggiungere la nostra stessa identità, chiedendoci: “Ma tu chi sei davvero?”, “Sei sicuro di aver capito bene ciò che conta davvero nella tua vita?”
… proprio per tutto questo, il deserto è il luogo della prova, per eccellenza. Questo il senso autentico delle tentazioni di Israele nel deserto e delle tentazioni di Gesù al termine di quei quaranta giorni. La tentazione biblica non è semplicemente la seduzione attraverso qualche bene allettante per sfuggire ad una regola o un fioretto… è un pensiero molto più sottile, che tende a mettere in dubbio le certezze su cui abbiamo fondato le scelte più autentiche, fino a mettere in crisi la nostra identità, la vocazione, suggerendo che forse c’è stata un’illusione. Nel deserto, anche noi, con Gesù, siamo messi alla prova. Il “divisore”, con le sue mezze verità, prova a capovolgere la nostra situazione vitale, viene a stuzzicare quel bambino immaturo che riamane in ognuno di noi, insinuando che forse Dio non è così buono come crediamo, forse è geloso di noi, non vuole la nostra crescita, vuole tenerci a bada con delle norme senza senso. Questo è il senso di ogni prova per l’uomo di fede, questa è la radice del peccato, fin da quel peccato di origine … all’origine di ogni peccato, che dal giardino di Eden in poi trova spazio nel cuore e nella mente di ogni uomo.
Non di solo pane vivrà l'uomo…
La risposta di Gesù alla prima tentazione, a suon di Sacra Scrittura, in realtà rivela ciò che lo rende forte, vincitore nella prova. Gesù è il Figlio amato dal Padre, che costruisce su questa verità ogni suo gesto, ogni sua parola. Gesù è l’uomo che vive, si nutre di ciò che il Padre desidera, perché si fida di lui, sa abbandonarsi alla sua volontà anche quando questi rimane in silenzio, come nel Getsemani, come sulla croce… Gesù è il “senza peccato”, perché in lui c’è piena comunione con il Padre, non c’è spazio per la diffidenza e per il dubbio sulla sua bontà.
Il tentatore, in fondo, con sfumature diverse, in tre riprese, prova a far cadere nel tranello di pensare che il “valore” della persona derivi dal riconoscimento degli altri, dalla capacità di soddisfare i propri bisogni, dall’accumulo di potere e di averi. In effetti sembra dire a Gesù e a tutti noi:
Tu vali perché hai il potere di ottenere ciò che vuoi secondo i tuoi bisogni
Tu vali perché hai il potere di comandare altri e puoi dimostrare a tutti la tua posizione
Tu vali perché possiedi averi e ricchezze secondo il tuo desiderio
Gesù respinge tutte queste insinuazioni, rimanendo saldo nel suo rapporto di fiducia con il Padre. Lui sa che il suo valore deriva dall’essere figlio amato dal Padre e tutto quello che è e ha è disposto a donarlo, fino in fondo.
E noi? Perché pensiamo di valere…?
Il cammino di questa Quaresima ci conduca alla riscoperta dell’inestimabile valore di essere anche noi, come Gesù, figli amati dal Padre e costruire su questa certezza ogni progetto ogni speranza di felicità!
Don Armando
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