Il Cardinale San John Henry Newman proclamato “Doctor Ecclesiae” da Papa Leone XIV
Il termine “Doctor Ecclesiae” cominciò ad essere usato dopo il V secolo per indicare alcuni grandi Padri della Chiesa latina e greca. I primi quattro “Dottori” occidentali furono ufficialmente riconosciuti da papa Bonifacio VIII nel 1298. Esso è divenuto un titolo onorifico conferito a un santo che ha contribuito in modo significativo e originale allo sviluppo spirituale e teologico della dottrina ecclesiale e i cui scritti e insegnamenti sono ritenuti autorevoli, perspicaci e in piena sintonia con la Tradizione. Da allora, la Chiesa non ha smesso di conferire questo titolo a uomini e donne di fede che continuano a distinguersi per l’eminenza della loro vita e della loro parola.
L’ultimo di questa schiera di santi, è il nostro amatissimo ex-alunno San John Henry Newman che, dopo la conversione dall’anglicanesimo e tante altre vicissitudini, arrivò al Collegio Urbano di Propaganda Fide nel 1846 per completare la sua formazione sacerdotale, distinguendosi per la sua profondità spirituale e teologica. L’anno successivo fu ordinato sacerdote nella Cappella del Collegio, allora situato nella sede storica di Piazza di Spagna. Fu Leone XIII a creare cardinale John Henry Newman nel 1879 e adesso Leone XIV a proclamarlo “Dottore della Chiesa” (dopo la beatificazione avvenuta con Benedetto XVI e la canonizzazione con Francesco).
Newman scriveva che “i giorni più felici della sua vita sono quelli che ha vissuto nel Collegio Urbano”, perciò continua ad essere un modello per i seminaristi della grande famiglia di Propaganda Fide che si propongono di mantenere viva l’eredità di santità del nuovo Dottore della Chiesa con l’esempio di vita e la parola per condurre tutti gli uomini del mondo alla verità di Cristo.
La comunità del Collegio è stata presente con una nutrita delegazione alla S. Messa nella Solennità di Ognissanti, il 1° Novembre 2025, in Piazza San Pietro, in cui è avvenuto il rito della proclamazione di Newman a Dottore della Chiesa. Durante l’omelia, il Papa ha ricordato alcuni passaggi significativi della sua penna. “Dio – scriveva Newman – mi ha creato per rendergli un servizio preciso. Mi ha affidato un compito che non ha affidato ad altri. Ho una missione: forse non la conoscerò in questa vita, ma mi sarà rivelata nella prossima” (Meditations and Devotions, III, I, 2). Il Papa ha esortato tutti i presenti, ricordando che “la vita si illumina non perché siamo ricchi o belli o potenti. Si illumina quando uno scopre dentro di sé questa verità: sono chiamato da Dio, ho una vocazione, ho una missione, la mia vita serve a qualcosa più grande di me stesso! Ogni singola creatura ha un ruolo da svolgere. Il contributo che ciascuno ha da offrire è di valore unico”.
L’augurio, per intercessione di San John Hanry Newman, è che ognuno di noi possa riconoscere la voce di Dio che chiama e la sua missione nel mondo.
Aiyeyun Benedict Omotoyosi








