Il vento della missione soffia sulla nostra Comunità
«La missione di Cristo redentore, affidata alla Chiesa, è ancora ben lontana dal suo compimento» (Redemptoris missio, 1). Consapevole di questo richiamo di Giovanni Paolo II, la Chiesa oggi prosegue fiduciosamente l’opera di Cristo, in forza della sua indole missionaria. Infatti, come ricorda il Vaticano II, tutta «la Chiesa peregrinante è missionaria per sua natura» (Ad Gentes, 2).

Il Giubileo del Mondo Missionario e dei Migranti, celebratosi il 4 e 5 ottobre, è espressione della missione della Chiesa. Lo stesso Papa Leone XIV lo ha definito come un’occasione favorevole per «ravvivare in noi la coscienza della vocazione missionaria, che nasce dal desiderio di portare a tutti la gioia e la consolazione del Vangelo». Esso appare come un tempo di solida riflessione sulla missione del cristiano e sul suo rapporto con il mondo di oggi, marcato da vari cambiamenti. La missione che va ripensata a partire dall’evolversi del mondo diventa urgente in quest’epoca in cui l’uomo sembra allontanarsi dalla fonte della sua pienezza. E se il mondo cambia solo se l’uomo cambia, c’è allora bisogno di una nuova missio ad gentes.
Evento mondiale, il Giubileo ha radunato nella Città Eterna tutta la Chiesa universale, i fedeli venuti da tanti paesi per scoprire ed esprimere, per mezzo di riflessioni profetiche e preghiere profonde, la bellezza e l’importanza della vocazione missionaria. Senza dubbio rimane valida la parola di Gesù: «la messe è abbondante ma sono pochi gli operai» (Mt 9,37). L’evento celebrato è apparso come una chiamata a rinnovare il fuoco della vocazione missionaria, la quale «senza sacerdoti nella Chiesa non potrebbe vivere quella fondamentale obbedienza che è al cuore stesso della sua esistenza e della sua missione nella storia» (PDV, 1). La Chiesa, perciò, ha bisogno di missionari in ogni stato di vita, testimoni credibili del Vangelo, che l’annunzino in ogni tempo e in ogni luogo, facendo proprie le «le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini di oggi» (GS, 1).


In questo clima, il nostro Collegio Urbano de Propaganda fide, seminario missionario per eccellenza, i cui cuori dei giovani bruciano ardentemente di zelo e slancio per la missione, è stato protagonista del Giubileo del Mondo Missionario, prendendo parte a tutte le attività previste dal programma. Con grande gioia, la Comunità ha potuto incontrare per la prima volta il Santo Padre durante l’udienza del sabato e servire alla Messa da lui presieduta l’indomani. Interessanti ed entusiasmanti sono stati anche il convegno internazionale presso l’aula magna dell’Università Urbaniana e la festa dei popoli a Castel Sant’Angelo, in cui un gruppo di nostri seminaristi africani ha potuto presentare la sua esibizione.
Possano sempre risuonare nel nostro cuore le parole dell’Apostolo delle genti: «Infatti annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo» (1Cor 9, 16).
Tedy NGAMA